Il pensiero in nuove forme. Viaggio nel mondo dei “Post”,  frontiera neo-espressionista della comunicazione. Tra la banalità e la dignità del nuovo genere letterario.

Sono i mezzi, i supporti, le risorse, a dettare le regole del nostro comunicare?
Ora, senz’altro, meno che in passato.
La carenza di mezzi nel mondo del neolitico doveva essere condizionante oltre ogni nostra attuale immaginazione. Scrivere, dipingere, rappresentare, erano attività che potevano realizzarsi unicamente con i tempi e le forme primitive dei graffiti.
L’urgenza comunicativa era spirituale o propiziatoria: ci si prodigava ad incidere scene di caccia e di danza, figure di guerrieri e di animali, oggetti, utensili e simboli. Ci sarà anche stata, accanto a quelle esigenze esoteriche, qualche altra forma più banale di urgenza espressiva, ludica, disimpegnata, ma ugualmente condizionata dalla difficoltà dell’uso di un mezzo, l’incisione, di sicuro ostacolo all’immediatezza. Quando un mezzo espressivo è di difficile utilizzo e richiede risorse non sempre disponibili o accessibili, s’impone una selezione, una scelta prioritaria tra i contenuti che si vogliono esprimere e rappresentare.
Oggi la Rosa Camuna, simbolo della civiltà rupestre del neolitico in Valcamonica, è l’emblema della Regione Lombardia e i graffiti vengono riproposti in spettacolari mostre multimediali. Ma tanta altra arte spontanea non ha goduto di un destino altrettanto benigno. La maggior parte dell’espressione umana, sino ad oggi, è stata naturalmente, ineluttabilmente cancellata dal tempo.
Questo vale, ovviamente, per tutte le epoche, e tutte le forme di espressione e comunicazione.
I condizionamenti e le limitazioni espressive imposte dai supporti, dai papiri egizi alla pietra della colonna Traiana; dalle incisioni testuali sul ferro fino alla stessa stampa; o i condizionamenti determinati dagli spazi utilizzabili, dal supporto fonografico di quarantacinque minuti, alle pareti urbane rivestite di mosaici (ieri) o di murales (oggi), in passato sono assurti a “misura” dell’arte e dell’espressione.
La comunicazione telegrafica, la lettera confidenziale, la modalità di comunicazione verbale di uno scambio di pensieri telefonico, la struttura di un palinsesto televisivo con i suoi spazi prefissati, sono state – diciamo un’ovvietà – espressione di un pensiero umano “ristretto”, conformato dal mezzo, dal supporto.

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La Rosa Camuna, simbolo della civiltà rupestre dei Camuni

Incisioni rupestri nella Val Camonica (1000 a.C.)

E’ sotto gli occhi di tutti, allora, la fortuna di questa nuova attuale umanità, praticamente onnipotente nell’attività comunicativa. Non esistono più spazi entro cui comprimere il pensiero che si intende diffondere, non esistono costi, misure, tempi. La fotografia e la comunicazione in forma digitale costituiscono il giro di boa più colossale della storia dell’uomo. Ora che tutto può essere detto e diffuso in tempo reale, tutto può simultaneamente essere illustrato ed esposto, a dispetto di ogni distanza e limite temporale, la comunicazione produce, e produrrà, nuove bellezze e nuove banalità.

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Murales all’esterno del Liceo Sigonio (Modena)

Le banalità, forse, non richiedono alcun viaggio esplorativo, sebbene anch’esse costituiscano un importante termometro esistenziale e non siano, perciò, del tutto prive di valore.

Le bellezze, invece, probabilmente possono richiedere nuove attenzioni per emergere dal bollore di un magma indistinto che caratterizza la comunicazione di oggi, ove tutto si mescola, e ove nessuno ha l’autorità di elevare facilmente, da quel magma, qualche singola perla nascosta.

E’ il prezzo della Post-Letteratura.
La letteratura tradizionale, quella espressa in cinquemila anni di civiltà, si fondava su un meccanismo elettivo governato dal mecenate, dal committente, dall’editore.
La Post-Letteratura è invece arte spontanea, senza regole precostituite, senza un necessario orientamento progettuale, editoriale, nella più assoluta libertà di forme, mezzi e supporti. Sganciata, talvolta, perfino dall’aspirazione al consenso di un ipotetico pubblico, sino alla manifestazione autistica. Arte, Letteratura per se stessi. Regola individuale. O in certi casi, di respiro collettivo. Universale.

La frontiera del blog, dell’E-book, del Post sul social network, costituisce il nuovo terreno letterario che descrive questa umanità. Di questa epoca. Chissà quali di questi graffiti supereranno il proprio tempo e assurgeranno, in un tempo futuro, a simbolo descrittivo del pensiero odierno.

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Murales sul tetto del Liceo Sigonio (Modena)

Abbiamo pensato di cristallizzare alcuni Post, espressioni di questa Post-Letteratura (il gioco di parole era troppo invitante per essere evitato).

Ci sono i Post originali e quelli derivativi, rubati o presi in prestito.
I post legati alla cronaca e al tempo presente, e quelli senza tempo, esistenziali puri.
Ci sono i Post Storia, i Post Poesia, i Post Narrativi. I messaggi cifrati. I segnali di fumo.
Le confusioni psichedeliche, i Post surrealistici, le interpretazioni, le visioni e le volontarie o involontarie alterazioni, le mescolanze tra realtà, fantasia, verità, finzione.
Il mondo e la mente, insomma. In un unico nuovo magma. Accessibile.

01.05.2014
Giuseppe Basile © Geophonìe