Era impensabile che sul mercato italiano potesse essere introdotto un singolo dei Tears For Fears. Ma avvenne. Erano gli albori del 1982, il disco si intitolava “Pale Shelter”. Il brano era prodotto da Mike Hawlett ex  “Gong” (chi ha superato la ventina se li ricorderà) il quale ne fece un successo anche di critica. Poi Hawlett si smarrì seguendo la produzione di altri gruppi, mentre Curt Smith e Roland Orzabal dovettero continuare per altre strade. Frattanto, e forse a loro insaputa, in quel giro che conta a Londra i Tears For Fears stavano diventando una realtà assai solida con due singoli ugualmente validi, “Mad World” e “Change”. Ricchi di arrangiamenti cesellati, di armonie che si intersecano come nei circuiti di un video game, di synths adoperati sempre con creatività, i due pezzi in questione giunsero senza difficoltà in vetta alle classifiche inglesi.

La prova del 33.

A questo punto era necessaria una prova a 33 giri: le “lacrime della paura” si lasciano così aiutare nella produzione di Chris Hughes, già noto per “Adam and The Ants”. L’album, “The Hurting”, conferma in pieno qualità e attitudini dei Tears For Fears, qualità e attitudini peraltro ampiamente palesate nei precedenti singoli. “The Hurting” viene pubblicato dalla Mercury grazie anche al laborioso aiuto di Phil Palmer e di Mel Collins. Palmer ha già collaborato con Joan Armatrading, e Collins – indimenticato membro dei King Crimson  (seconda edizione) – è session man di primo rango in tantissimi gruppi tra i quali è facile ricordare i Rolling Stones.

L’ascolto di “The Hurting” è consigliabile a tutti, il sound non richiede particolari attenzioni e la sua energia sta proprio nel concentrare le variegate emozioni e sensazioni che si trovano racchiuse in queste esili canzoni, permeate tutte di quei suoni cari, adesso più che mai, alla vecchia Inghilterra: naturalmente sto parlando dei synths che qui appaiono come gabbiani in volo.

Per finire posso segnalare il nuovo E.P. dei Tears For Fears: contiene una versione remixata di “Pale Shelter”.

Marcello Nitti © Geophonìe